SETTORE AGROALIMENTARE, STANGATA DEL GOVERNO. COLPITE LE IMPRESE PRODUTTIVE
04/03/09 11:33 Archiviato in:Regione
Emilia Romagna
Il consigliere regionale Gian Carlo Muzzarelli (PD)
ha presentato un'interrogazione alla Giunta per
segnalare la gravità di un provvedimento
governativo che costituirà un aumento delle tasse
inusitato e indebolirà il settore agroalimentare in
un momento particolarmente delicato per l'economia
del settore, già sotto pressione per le difficoltà
dei consumi.
"Con il decreto legislativo 194 che prevede controlli igienico sanitari negli alimenti e mangimi – spiega Muzzarelli – il Governo ha previsto un balzello immotivato. Prima del decreto, infatti, era previsto il pagamento per questi controlli, cioè per le tariffe veterinarie, solo per i macelli e i sezionamenti di carne fresca. Le altre imprese del settore non pagavano nulla. Ora, invece, dovranno pagare la tassa 8.000 piccole-medie imprese del settore agroalimentare (di cui 2000 del settore carni) che sviluppano reddito, occupazione e producono prodotti di alta qualità. Il Governo ha deciso di fare cassa contro gli interessi delle imprese che producono, a differenza degli altri paesi dell'Unione Europea che hanno invece hanno agito con migliore progettualità e attuando ridotte richieste agli imprenditori. E' solo l'Italia che ha applicato la norma a tutte le imprese alimentari".
"Imprese spesso eccellenti che, nel pieno di una crisi mondiale, subiranno un ulteriore colpo da un Governo che a parole vuole ridurre le tasse, ma nei fatti mette in ginocchio chi produce, fa impresa, offre posti di lavoro", commenta Muzzarelli, che evidenzia gli aspetti più critici della normativa: "Oltre all'estensione immotivata del balzello a tutte le imprese dell'agroalimentare ci sono due aspetti veramente assurdi. Primo: l'imposta è una vera e propria tassa e non una (più accettabile tassa sui servizi) visto che deve pagare anche un'azienda che non effettui alcuna visita nell'intero anno; secondo, molte imprese dovranno pagare due volte perché si occupano di due diverse fasi del procedimento di lavorazione della carne (ad esempio produzione insaccati e produzione grassi)".
Nell'interrogazione Muzzarelli chiede quindi, tra l'altro, alla Giunta "di fare tutto quanto e' possibile, nell'ambito della conferenza Stato-Regioni per chiedere le modifiche al decreto 194": non può essere che una direttiva europea (Regolamento CE 882 del 2004) sui controlli sanitari venga interpretata in senso più esteso rispetto a tutti gli altri paesi europei e si trasformi in un balzello per tutto il settore agroalimentari". "Giorno dopo giorno, emerge il profilo reale di questo esecutivo: dalla sicurezza al fisco, molte parole e zero risultati", conclude Muzzarelli.
"Con il decreto legislativo 194 che prevede controlli igienico sanitari negli alimenti e mangimi – spiega Muzzarelli – il Governo ha previsto un balzello immotivato. Prima del decreto, infatti, era previsto il pagamento per questi controlli, cioè per le tariffe veterinarie, solo per i macelli e i sezionamenti di carne fresca. Le altre imprese del settore non pagavano nulla. Ora, invece, dovranno pagare la tassa 8.000 piccole-medie imprese del settore agroalimentare (di cui 2000 del settore carni) che sviluppano reddito, occupazione e producono prodotti di alta qualità. Il Governo ha deciso di fare cassa contro gli interessi delle imprese che producono, a differenza degli altri paesi dell'Unione Europea che hanno invece hanno agito con migliore progettualità e attuando ridotte richieste agli imprenditori. E' solo l'Italia che ha applicato la norma a tutte le imprese alimentari".
"Imprese spesso eccellenti che, nel pieno di una crisi mondiale, subiranno un ulteriore colpo da un Governo che a parole vuole ridurre le tasse, ma nei fatti mette in ginocchio chi produce, fa impresa, offre posti di lavoro", commenta Muzzarelli, che evidenzia gli aspetti più critici della normativa: "Oltre all'estensione immotivata del balzello a tutte le imprese dell'agroalimentare ci sono due aspetti veramente assurdi. Primo: l'imposta è una vera e propria tassa e non una (più accettabile tassa sui servizi) visto che deve pagare anche un'azienda che non effettui alcuna visita nell'intero anno; secondo, molte imprese dovranno pagare due volte perché si occupano di due diverse fasi del procedimento di lavorazione della carne (ad esempio produzione insaccati e produzione grassi)".
Nell'interrogazione Muzzarelli chiede quindi, tra l'altro, alla Giunta "di fare tutto quanto e' possibile, nell'ambito della conferenza Stato-Regioni per chiedere le modifiche al decreto 194": non può essere che una direttiva europea (Regolamento CE 882 del 2004) sui controlli sanitari venga interpretata in senso più esteso rispetto a tutti gli altri paesi europei e si trasformi in un balzello per tutto il settore agroalimentari". "Giorno dopo giorno, emerge il profilo reale di questo esecutivo: dalla sicurezza al fisco, molte parole e zero risultati", conclude Muzzarelli.